SOTTOTESTO 1 - Le ragioni

Continuo con questa sorta di "storia a puntate", che nasce da pensieri vari, da idee qua e là che mi sono venute nel tempo. L'idea è costruire un avatar, che non rappresenta me o qualcuno in particolare, ma un personaggio che vive la sua vita come una qualsiasi persona, con le sue crisi e le sue problematiche. E' il "sottotesto" di questo personaggio e come quello teatrale, indica tutto ciò che egli a voce non esprime, ma che è la sua reale "intenzione". Questo è il capitolo 1. Buona lettura.

SOTTOTESTO 1 - Le ragioni

Amo sfogliare le pagine di quel libro che insistiamo a chiamare vita, fatto di quelle pagine bianche a cui ho già pensato e che si riempiono ogni giorno, e riflettere sul fatto che sia un capolavoro o meno.
Spesso diventa noioso, difficile alla comprensione, spesso non riesco neanche a capire se mi faccia davvero piacere leggerlo… è lì, che tutto il mio cervello si sconvolge, il cuore si ferma per pochi decimi di secondo e comincio a riflettere con un’anima attanagliata da assurdi pensieri.
Non mi ricordo come stavo prima d'esser nato
Ma il dolce bisogno di niente nel grembo
Sì, lo ricordo
Ad ogni passo mosso, ogni cosa buona e bella
Cercata perché fosse soddisfatto
Il desiderio di dolcezza.
Le parole scritte su quelle pagine non sono scritte con un inchiostro il cui odore mi è estraneo e la grafia sembra quasi familiare.
Ogni singolo angolo del grande palazzo che descrive a pagina 3, il sorriso che viene descritto a pagina 1 e l’abbraccio della medesima pagina sono qualcosa che sento di aver vissuto, lo so, il libro è la mia vita, ma… non capisco come mai il linguaggio utilizzato mi sia così vicino.

È lì che arriva l’illuminazione più ovvia e quindi più straordinaria.

Che le parole usate siano inevitabilmente le mie, il libro rilegato da me con sempre almeno una pagina vuota nel mio gigantesco ottimismo, che però può essere facilmente strappata nel pessimismo che si nasconde dietro la comprensione della realtà.

E poi, quando finisco di leggere, realizzando finalmente di essere stato io a scrivere il libro e di aver passato troppo tempo o a pensare a come scriverlo meglio e quindi rileggerlo fino a stancarmi o a leggerlo e basta, semplicemente per il gusto di farlo, senza capire che il vero gusto era dare una mia versione di quelle frasi.

Ma bisognerà pure smettere di leggere. E io ho smesso.

Sono qui adesso, convinto di non avere alcun pensiero, perciò continuo a scrivere illudendomi che qualcosa, qualcuno, cambi.
Qualora questo dovesse accadere, però, non avrei tempo di scrivere, godrei del cambiamento e basta, se sono qui adesso è perché la mia mente è tormentata da ogni pensiero.

Ogni attimo della nostra vita passato a pensare è ben speso o senza dubbio migliore di un attimo passato ad evitare di ragionare su qualcosa perché ci fa troppo male.
D’altro canto rimuginare, tormentarsi, non è tempo ben speso, ma solo masochismo.
Ma pretendere di pensare senza arrivare ad un punto in cui sarà obbligatorio riflettere più accuratamente, è troppo.

Il fatto è che anche adesso sto pensando e sto cercando una soluzione.
Ed è una soluzione che cerco da così tanto tempo!
Ma se rimugino su come trovarla e su quale sia, non faccio altro che facilitare le difficoltà provocate dal pensiero!
È come se stessi osservando un mobile d’antiquariato, su cui sono riposti vari oggetti e soprammobili. Fra cui due identici, tranne per il fatto che uno è di vetro e l’altro è di un robusto rame.
E in tutto questo il bambino è smarrito
Il ragazzo è impreciso, l'uomo è sbagliato,
Cos'è stato?
Le ragioni delle piogge, del sole, delle nevi,
Del vento, delle onde grosse, dei sassi,
Del rumore assordante e tante altre cose
Che io non controllo, sì io non controllo.
Siamo così fragili a volte.
Ci sono persone che pensano che senza desideri, materiali e non, con l’indifferenza, con il desiderio di raggiungere il Nirvana si possa ottenere non la felicità, ma la pace, esattamente smettendo di cercarla.

Ma se smetto di cercare la pace, quindi non rifletto per niente, sarò solo un soprammobile di vetro ancora più fragile che non cerca neanche di allontanarsi dal bordo per non cadere?
Ma è questo il punto.
Un soprammobile, di vetro o di rame, rimarrà sempre un soprammobile.
E se qualcuno lo scuote o lo sposta, inevitabilmente, cadrà.
Ma ci vorranno tanti uomini per spostare il mobile antico.

Non lascerò che i miei pensieri mi facciano cadere, né che qualcuno mi sposti.
Non sono un mobile, non sono un soprammobile, non sono neanche la casa in cui essi si trovano.
Sono l’uomo che l’ha costruita e che riflette, riflette, su come migliorarne il progetto.

Written by Silvia Argento ©
[Citazioni da "Le ragioni delle piogge" di Morgan]

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