SOTTOTESTO 2 - Carpe diem

Continuo con questa sorta di "storia a puntate", che nasce da pensieri vari, da idee qua e là che mi sono venute nel tempo. L'idea è costruire un avatar, che non rappresenta me o qualcuno in particolare, ma un personaggio che vive la sua vita come una qualsiasi persona, con le sue crisi e le sue problematiche. E' il "sottotesto" di questo personaggio e come quello teatrale, indica tutto ciò che egli a voce non esprime, ma che è la sua reale "intenzione". Se i primi due capitoli erano proemiali, questo già aggiunge una sorta di cifra al personaggio, sappiamo qualcosa di lui più importante. Il personaggio è un infelice.


SOTTTESTO 2 - Carpe diem

Nella costante ricerca di un’approvazione rimango voltato verso un futuro sempre più grigio, spento come candela a causa del vento.
Rimango girato perché voglio lasciare alle spalle un passato che come una lama ben levigata penetra nelle mie carni lacerandole e riducendole in condizioni a dir poco preoccupanti.

Perdendomi nel mio insistere a permanere in questa condizione anche tutto ciò che dietro di me è successo ed accade, cancellando con un colpo di spugna sia cose orrende che cose preziose e piene di gioia.
Cogli la rosa quando è il momento, che il tempo lo sai vola e lo stesso fiore che oggi sboccia domani appassirà.
La letizia dei giorni spensierati dove gloria e desiderio lasciavano spazio alla speranza fugge da me come fossi infetto da qualche malanno.
E il malanno è non sapere come uscirne. Tentando le varie soluzioni che le arti e tutte le cose esistenti mi propongono.

Aprire le pagine ingiallite del passato di altri mi aiuta e mi conforta. Le loro parole sono le mie se soffro e voglio meditare o sono estranee alla mia essenza se voglio chiudere gli occhi e non pensare, tappare le orecchie e non sentire, frenare le mani e non scrivere. Lasciare asciutte le ciglia senza lacrime.

Rimanere in silenzio ad ascoltare le note della gente che la sua frustrazione l’ha messa in suono e non in tacito dolore, mi provoca sollievo e ancora la minima speranza rimpianta e silenziosa anch’essa.

Conversare coi pochi eletti che sappiano di empatia fare un valore e non un semplice cliché, rende le giornate poco noiose e più interessanti, ma non le riempie mai totalmente com’è giusto che sia.

Ricercare nello sguardo familiare e conosciuto una risposta o anche solo l’approvazione di cui prima sa di sfida, passione, raggiungimento. Ma non è mai il modo giusto di intendere il proprio essere.

L’uomo è cosa varia e come uomo ho sfumature in contrasto anche io. Un essere che vuoto, solo e ansimante giace senza vita con un cuore che batte, intrappolato in una gabbia senza sbarre.

Spingo verso un’uscita chiara e allo stesso tempo lontana.
Verso una nuova vita, una nuova era, un nuovo amico, una nuova compagna, una nuova guida, una nuova storia, un nuovo io.
Un nuovo momento, un nuovo attimo, un nuovo tempo.
Finché non sarà più tempo.

E allora rimpiangerò di non aver spinto più forte oppure di non aver smesso di spingere, godendomi senza alcuna distrazione la mia meravigliosa maledizione che è chiamata, da me e dai miei simili, vita.

E da chi fra quei simili sia più intelligente, è stato chiamato dono o, ancora meglio, unica occasione.

Written by Silvia Argento ©
[Citazione di Robert Herrick]

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