Vivere a Palermo
Quando si ha 18 anni e bisogna scegliere la propria strada, a tormentare le notti non vi è solo il pensiero di quale facoltà scegliere, ma anche di dove andare a studiare. Mi sembra assurdo, ma sono passati già quattro anni da quella fatidica decisione che mi ha portato a vivere a Palermo. Decisi di rimanere nella mia Sicilia, nonostante potessi permettermi di studiare dovunque volessi in Italia, perché io ero e sono tuttora innamorata della mia Agrigento. Ha mille difetti, lo so, ma se dovessi scegliere uno dei motivi per cui mi piace stare al mondo, direi l'opportunità che ho di poter vedere la valle dei Templi ogni volta che voglio, anche solo passando con la macchina per le strade che ne permettono la vista. Non conoscevo ancora, però, Palermo.
Studiando all'università ho scoperto che questa città storicamente nasconde molto di più di ciò che pensiamo. Patria della letteratura in Sicilia per noi tutti è Catania, con Verga, Capuana ed altri autori che abbiamo studiato e amato.
Eppure ho scoperto come Palermo fosse in realtà, nell'800, come ci spiega Laura Restuccia nel saggio "Il periodico palermitano Il Momento" insieme a Messina la culla del giornalismo. E sempre nello stesso saggio la prof. Restuccia fa riferimento al fascino che Palermo suscitava negli intellettuali dell'epoca, che la scelgono come meta dei loro tour. Ed è in quel periodo che sorgono l'orto botanico e l'osservatorio astronomico e fiorisce anche la fisica sperimentare in ambito accademico. Tutte queste caratteristiche possono essere affascinante oggetto di studio per chi vi è interessato, ma se vogliamo muoverci nell'ambito del quotidiano e quindi riconoscere a Palermo un valore per la vita di tutti i giorni di chi ci abita, dobbiamo andare oltre.
Innanzitutto dobbiamo andare oltre ad un certo pregiudizio. Palermo, al di là della communis opinio, non è una città pericolosa, ma è, semplicemente, una città grande. Mi sembra lapalissiano sottolineare che qualsiasi furto o crimine in generale sia determinato dalla qualità della persona del tutto interna al suo modo di essere e di pensare, non alla città in cui questa vive. Sono una donna, ho camminato sola senza nessun timore di giorno e al buio ho dovuto adoperare i giusti accorgimenti, ovvero non tornare alle due di notte sola, ma è un'azione che purtroppo sono costretta ad evitare ovunque vada e che il mio buon senso mi impone di non compiere a prescindere dalla città. Di recente sono stata a Firenze e personalmente con una mia amica sono tornata in albergo alle 21.30 di Sabato sera, perché era buio, la città non è immensa ma nemmeno minuscola, e non conoscevamo nessuno.
Un altro pregiudizio che vorrei demolire in questo post è il fatto che la gente palermitana non sia affatto incivile. Ripeto quanto detto prima sul fatto delle qualità interne alla persona, per cui come in qualsiasi posto trovi gente di ogni tipo, ma in questo caso posso aggiungere una cosa: i palermitani sono gente meravigliosa. Non tutti, perché se dobbiamo evitare le generalizzazioni in negativo, allo stesso modo vanno evitate in positivo, tuttavia la gente a Palermo non è gente, la gente è Sole. Vi è una socialità e vivacità incredibile ovunque tu vada, che ti lascia a bocca aperta. A partire dal quartiere residenziale fino al vicoletto un po' malandato, trovi gente di ogni tipo ma che non ti guarda mai dall'alto in basso. Qualche stolto ti osserverà ridendo o ti fisserà un po' troppo, ma non ti sentirai mai giudicato. Forse è questo il bello della città.
La cosa più bella di Palermo, però, è Palermo, è proprio la città. Strutturalmente il centro è comodissimo, fatto di incroci e parallele, per non dire che è di una bellezza inaudita. Due teatri enormi fanno da culla alla bellezza di strade e piazze larghe, decorano con la loro musica silenziosa una città che ti offre in certi confini l'immensità delle montagne che ti spaventa, in altri la serenità del mare. E così Palermo possiede tutto, dalla montagna al mare, dalla pioggia al Sole. Il freddo è estremamente raro e quando arriva, è bello sentire in giro la gente lamentarsene in modo sempre così ilare e mai petulante. Anche quando arrivi in stazione ed hai paura, perché le voci ti dicono che devi tenerti stretta la borsa ed in effetti hanno ragione (si dimenticano solo che è opportuno fare ciò purtroppo in ogni stazione di qualsiasi città), ti perdi nell'immensità della statua ed osservi il verde. Non ti resta che scegliere quale delle vie possa condurti allo stupendo colosso che è il Massimo. Il Massimo è il massimo della bellezza, è enorme ma piccolo nella sua così sottile profondità. E se scegli la via Maqueda, non puoi non impazzire per la bellezza delle Chiese. La più semplice Chiesa è anche la più complessa, ha una storia pari solo alle sue decorazioni. Non c'è la maestosità del Foro Romano, ma c'è il Foro Italico col suo verde e azzurro.
Tuttavia non ha senso elencare tutto ciò che puoi vedere a Palermo, perché la vera bellezza è poterla vivere. E io lo vivo dalle piazze alla cattedrale che perfino io che soffro di vertigini ho risalito fino ai tetti. Vivo tutto questo, tutto ciò che semplicemente pieno di Sole, anche se piove, ti irradia della luce di una città viva, troppo viva, da cui ho avuto la fortuna di farmi adottare.
Articolo e foto di Silvia Argento
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