Le notti bianche by Fedor M. Dostoevskij
Oggi mi cimento nella recensione di un libro che ho letto diversi mesi fa e che ha inaugurato la maratona "Dostoevskij" che ho deciso di intraprendere, si tratta di uno dei pochi brevi romanzi dell'autore, cioè Le notti bianche.
Il libro narra di un Sognatore ed è proprio con la descrizione di questo suo mondo che si apre la storia, raccontata dallo stesso protagonista. Egli appunto si definisce un Sognatore, che conosce tutta Pietroburgo ma non conosce nessuno che vi abiti, per tutti è infatti un estraneo, egli è perso nel suo mondo, smarrito nelle sue fantasie e niente sembra poterlo riportare alla realtà. Ad interrompere questa sua quotidianità per niente ordinaria, però, giunge una donna di nome Nasten'ka, per un breve attimo egli infatti conosce l'amore grazie a lei, ma una sua lettera che gli annuncia le sue nozze riporterà il protagonista alla realtà.
Nella prefazione del libro, fra le altre cose, vi è una confronto molto interessante fra i due personaggi, il protagonista e la fanciulla, il primo, dice Luisa De Nardis ha "scampoli di vita vera" grazie alla seconda, che è il simbolo del pulsare delle emozioni. Non posso che convenire con questa mirabile sintesi della psicologia dei personaggi, in quanto io stessa ritengo che il punto forte del romanzo sia proprio questa contrapposizione fra i due. Innanzitutto, mi ha subito affascinato la caratterizzazione del Sognatore, questo suo modo di narrare la sua vita con una spontaneità che quasi mi faceva immaginare mentre leggevo la voce di un bambino, il viso innocente e la spensieratezza descritta mirabilmente attraverso le parole dell'autore. In seguito, ho apprezzato molto la resa della psicologia del personaggio della fanciulla, così piena di emozioni, con questa voglia di vivere e di amare ed anche con questa ingenuità, ammetto di non aver apprezzato molto il personaggio come caratteristiche, perché dopo un po' è risultata essere petulante e fastidiosa ai miei occhi, tuttavia non posso non elogiare il bellissimo modo con cui viene presentata, così suggestivo e coinvolgente. L'interessante resa del contrasto fra i due diversi personaggi non basta tuttavia a rendere questo romanzo eccellente, bensì discreto. Nel complesso la lettura è scorrevole, ho apprezzato molto lo stile ed il romanzo si è rivelato piacevole, tuttavia in alcuni tratti la storia appare stucchevole. Ammetto che la vicenda è interessante, ma nel passaggio fra l'inizio e la parte centrale vi è una sorta di climax discendente, durante il quale il lettore passa da una grande energia ed interesse a, non certo noia perché come ho detto la lettura si mantiene piacevole, ma senza dubbio passa ad un interesse minore dovuto alla storia che diventa a tratti un po' stucchevole e che provoca quindi una diminuzione dell'energia, che si ritrova invece alla fine. Quest'ultima era aspettata, almeno da me, avevo capito a cosa volesse puntare l'autore il che non è esattamente una cosa positiva, tuttavia ha lasciato quella sorta di brivido interiore e di senso di mancanza che arrivano solo alla fine di un libro quantomeno buono. La frase finale in particolare mi ha colpito molto, in quanto vi è un confronto fra un attimo di felicità ed un intera vita, un ossimoro a parer mio interessante, inoltre mi è piaciuta molto l'idea di concludere tutto con una domanda, cosa che ha amplificato quella sensazione di cui parlavo prima.
Le notti bianche by Fedor M. Dostoevskij, reviewed by Silvia Argento ©
Il libro narra di un Sognatore ed è proprio con la descrizione di questo suo mondo che si apre la storia, raccontata dallo stesso protagonista. Egli appunto si definisce un Sognatore, che conosce tutta Pietroburgo ma non conosce nessuno che vi abiti, per tutti è infatti un estraneo, egli è perso nel suo mondo, smarrito nelle sue fantasie e niente sembra poterlo riportare alla realtà. Ad interrompere questa sua quotidianità per niente ordinaria, però, giunge una donna di nome Nasten'ka, per un breve attimo egli infatti conosce l'amore grazie a lei, ma una sua lettera che gli annuncia le sue nozze riporterà il protagonista alla realtà.
Nella prefazione del libro, fra le altre cose, vi è una confronto molto interessante fra i due personaggi, il protagonista e la fanciulla, il primo, dice Luisa De Nardis ha "scampoli di vita vera" grazie alla seconda, che è il simbolo del pulsare delle emozioni. Non posso che convenire con questa mirabile sintesi della psicologia dei personaggi, in quanto io stessa ritengo che il punto forte del romanzo sia proprio questa contrapposizione fra i due. Innanzitutto, mi ha subito affascinato la caratterizzazione del Sognatore, questo suo modo di narrare la sua vita con una spontaneità che quasi mi faceva immaginare mentre leggevo la voce di un bambino, il viso innocente e la spensieratezza descritta mirabilmente attraverso le parole dell'autore. In seguito, ho apprezzato molto la resa della psicologia del personaggio della fanciulla, così piena di emozioni, con questa voglia di vivere e di amare ed anche con questa ingenuità, ammetto di non aver apprezzato molto il personaggio come caratteristiche, perché dopo un po' è risultata essere petulante e fastidiosa ai miei occhi, tuttavia non posso non elogiare il bellissimo modo con cui viene presentata, così suggestivo e coinvolgente. L'interessante resa del contrasto fra i due diversi personaggi non basta tuttavia a rendere questo romanzo eccellente, bensì discreto. Nel complesso la lettura è scorrevole, ho apprezzato molto lo stile ed il romanzo si è rivelato piacevole, tuttavia in alcuni tratti la storia appare stucchevole. Ammetto che la vicenda è interessante, ma nel passaggio fra l'inizio e la parte centrale vi è una sorta di climax discendente, durante il quale il lettore passa da una grande energia ed interesse a, non certo noia perché come ho detto la lettura si mantiene piacevole, ma senza dubbio passa ad un interesse minore dovuto alla storia che diventa a tratti un po' stucchevole e che provoca quindi una diminuzione dell'energia, che si ritrova invece alla fine. Quest'ultima era aspettata, almeno da me, avevo capito a cosa volesse puntare l'autore il che non è esattamente una cosa positiva, tuttavia ha lasciato quella sorta di brivido interiore e di senso di mancanza che arrivano solo alla fine di un libro quantomeno buono. La frase finale in particolare mi ha colpito molto, in quanto vi è un confronto fra un attimo di felicità ed un intera vita, un ossimoro a parer mio interessante, inoltre mi è piaciuta molto l'idea di concludere tutto con una domanda, cosa che ha amplificato quella sensazione di cui parlavo prima.
Dio mio! Un intero attimo di beatitudine! Ed è forse poco seppure nell'intera vita di un uomo?Di conseguenza, arrivando alla conclusione, posso dire che "Le notti bianche" è una lettura piacevole, con una vicenda a tratti un po' stucchevole e certamente non adatta a chi non sopporta le cose romantiche, ma senza dubbio vale la pena leggerlo per lo stile al contrario molto originale, per la caratterizzazione dei personaggi e la magnifica resa di quello del Sognatore. Inoltre, vorrei aggiungere che ho trovato l'idea di dividere la vicenda in notti senza dormire e quindi anche l'idea del titolo molto originali e particolari.
Le mie notti finirono in un mattinoNonostante il libro che ho acquistato porti scritto che si tratta del miglior romanzo di Dostoevskij insieme a Delitto e Castigo, posso affermare che sicuramente non ha niente a che vedere con gli impegnatissimi libri anche molto più lunghi dell'autore russo. Volevo valutare 3 stelle su 5, tuttavia la piacevolezza e la scorrevolezza del romanzo mi hanno spinto ad aggiungere una stella. ★★★★☆
Le notti bianche by Fedor M. Dostoevskij, reviewed by Silvia Argento ©
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