SOTTOTESTO 3 - Nessun rimpianto
Giugno si apre con una grafica nuova e anche con un nuovo capitolo di Sottotesto, la storia a puntate del blog. L'idea è costruire un avatar, che non rappresenta me o qualcuno in particolare, ma un personaggio che vive la sua vita come una qualsiasi persona, con le sue crisi e le sue problematiche. E' il "sottotesto" di questo personaggio e come quello teatrale, indica tutto ciò che egli a voce non esprime, ma che è la sua reale "intenzione".
Non so che cosa darei pur di rivivere momenti che adesso sono andati via per sempre. Penso che la nostalgia sia il male più grande che esista a questo mondo. Non è come la rabbia o l’odio, è una cosa che divora molto più di tutto questo. Ti entra nelle vene, ti cancella, ti uccide, finché di te non resta che quel ricordo o quell'insieme di ricordi che sai solo rimpiangere.
Ecco, tutte queste emozioni, queste scene, che, come se tu avessi un proiettore in testa, vengono visualizzate costantemente dal tuo cuore, ti distruggono l’anima e ti lacerano il sangue, facendoti solamente pensare a quanto profondamente vorresti tornare indietro per rivedere e riavere qualcosa, ma soprattutto qualcuno.
Non riesci a riflettere, a vivere, ad andare avanti, e pensi soltanto a quel sorriso in un bar, a quella stretta di mano per presentarti a quella persona, alle sue parole, alle risate, ai pianti, a tutto ciò che è passato e quindi andato via per sempre.
Ma la cosa peggiore di tutte è che, spesso, non solo rivorresti quella persona nella tua vita, addirittura vorresti comunicare con lei non solo le sensazioni di quel passato, ma anche le sensazioni della nostalgia. Vorresti averla anche nel rimpianto di non averla. E questa è follia. Solo la follia può spingerti a tanto, a risolvere il problema con il problema. A voler guardare quella persona negli occhi e dirle che ti manca, a cercare il suo sostegno quando è lei stessa a causare il problema con la sua mancanza, a voler compensare la sua assenza con la sua presenza pur sapendo che è appunto impossibile, a voler per forza vedere la sua mano tendersi verso la tua, nonostante quella persona sia lontana km o forse sia fisicamente vicina ma di fatto lontana.
E magari, mentre tu pensi a lei, stia pensando e rimpiangendo il fatto di aver vissuto quei momenti con te e li vorrebbe solo cancellare, rimuovere, perché magari li ha ritenuti un errore oppure semplicemente futili.
Ma in te non c’è spazio per la parola futile o inutile, per te ogni cosa che riguardi i suoi occhi è utilità, ogni cosa che ti ricordi lei fa così dannatamente male quanto è dannatamente importante e, per quanto tu soffra, non la rimuoverai mai.
Perché la nostalgia è anche e soprattutto pericolosa perché non vuole andare via, come la tristezza, ma vuole rimanere dov’è a ricordarti in un paradosso masochista le cose belle della tua vita, cosa che ti ricorda però sempre che quelle cose sono passate.
Tuttavia tu corri imperterrito verso quella luce bianca in fondo al tunnel che ti porta a vivere in un mondo che è andato via per sempre, ma che desideri così ardentemente, così tanto che continuerai a muoverti in eterno finché non lo raggiungerai.
E quando accadrà, allora non ti sarai perso, ti abbandonerai solo un po’ finché non vivrai altri ricordi che ti spingeranno a formare un altro tipo di tunnel che vorrai raggiungere quando anche un’altra persona sarà andata via.
Però, se un giorno avrai la fortuna di non subire l’assenza di qualcuno altrettanto importante, solo allora, ti crederai stupido per aver perso tempo a rimpiangere persone meno importanti di lei oramai, senza provare rimpianto se non per averlo provato in precedenza.
Ma finché questo non accadrà, quel fuoco continuerà a bruciare e il ghiaccio continuerà a gelare l’aria che entra nei tuoi polmoni, sicché l’assenza di quella persona divenga per te come un perenne stato di apnea.
Written by Silvia Argento ©
[Citazioni da "Giugno '73" di Fabrizio De André]
Non so che cosa darei pur di rivivere momenti che adesso sono andati via per sempre. Penso che la nostalgia sia il male più grande che esista a questo mondo. Non è come la rabbia o l’odio, è una cosa che divora molto più di tutto questo. Ti entra nelle vene, ti cancella, ti uccide, finché di te non resta che quel ricordo o quell'insieme di ricordi che sai solo rimpiangere.
Ecco, tutte queste emozioni, queste scene, che, come se tu avessi un proiettore in testa, vengono visualizzate costantemente dal tuo cuore, ti distruggono l’anima e ti lacerano il sangue, facendoti solamente pensare a quanto profondamente vorresti tornare indietro per rivedere e riavere qualcosa, ma soprattutto qualcuno.
Non riesci a riflettere, a vivere, ad andare avanti, e pensi soltanto a quel sorriso in un bar, a quella stretta di mano per presentarti a quella persona, alle sue parole, alle risate, ai pianti, a tutto ciò che è passato e quindi andato via per sempre.
Ma la cosa peggiore di tutte è che, spesso, non solo rivorresti quella persona nella tua vita, addirittura vorresti comunicare con lei non solo le sensazioni di quel passato, ma anche le sensazioni della nostalgia. Vorresti averla anche nel rimpianto di non averla. E questa è follia. Solo la follia può spingerti a tanto, a risolvere il problema con il problema. A voler guardare quella persona negli occhi e dirle che ti manca, a cercare il suo sostegno quando è lei stessa a causare il problema con la sua mancanza, a voler compensare la sua assenza con la sua presenza pur sapendo che è appunto impossibile, a voler per forza vedere la sua mano tendersi verso la tua, nonostante quella persona sia lontana km o forse sia fisicamente vicina ma di fatto lontana.
E tu aspetta un amore più fidato
il tuo accendino sai io l'ho già regalato
e lo stesso quei due peli d'elefante
mi fermavano il sangue
li ho dati a un passante.
E magari, mentre tu pensi a lei, stia pensando e rimpiangendo il fatto di aver vissuto quei momenti con te e li vorrebbe solo cancellare, rimuovere, perché magari li ha ritenuti un errore oppure semplicemente futili.
Ma in te non c’è spazio per la parola futile o inutile, per te ogni cosa che riguardi i suoi occhi è utilità, ogni cosa che ti ricordi lei fa così dannatamente male quanto è dannatamente importante e, per quanto tu soffra, non la rimuoverai mai.
Perché la nostalgia è anche e soprattutto pericolosa perché non vuole andare via, come la tristezza, ma vuole rimanere dov’è a ricordarti in un paradosso masochista le cose belle della tua vita, cosa che ti ricorda però sempre che quelle cose sono passate.
Tuttavia tu corri imperterrito verso quella luce bianca in fondo al tunnel che ti porta a vivere in un mondo che è andato via per sempre, ma che desideri così ardentemente, così tanto che continuerai a muoverti in eterno finché non lo raggiungerai.
E quando accadrà, allora non ti sarai perso, ti abbandonerai solo un po’ finché non vivrai altri ricordi che ti spingeranno a formare un altro tipo di tunnel che vorrai raggiungere quando anche un’altra persona sarà andata via.
Poi il resto viene sempre da sé
i tuoi "Aiuto" saranno ancora salvati
io mi dico è stato meglio lasciarci
che non esserci mai incontrati.
Però, se un giorno avrai la fortuna di non subire l’assenza di qualcuno altrettanto importante, solo allora, ti crederai stupido per aver perso tempo a rimpiangere persone meno importanti di lei oramai, senza provare rimpianto se non per averlo provato in precedenza.
Ma finché questo non accadrà, quel fuoco continuerà a bruciare e il ghiaccio continuerà a gelare l’aria che entra nei tuoi polmoni, sicché l’assenza di quella persona divenga per te come un perenne stato di apnea.
Written by Silvia Argento ©
[Citazioni da "Giugno '73" di Fabrizio De André]
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