Murakami sulla spiaggia
Quando giunge l'Estate un qualsiasi lettore che si rispetti si pone come obiettivo una serie di letture. Quest'anno in realtà, io non avevo obiettivi specifici, perché non ero stata ispirata da niente. Per puro caso in casa mia mi sono imbattuta in un libro che ha acquistato mio fratello: A sud del confine, a ovest del Sole di H. Murakami.
Il "problema" con questo autore nasce dal fatto che sia molto letto, il che per uno scrittore è lodevole, ma per un lettore è a volte deleterio. Ne parlano tutti da anni, il che può generare curiosità, ma a volte anche un rifiuto. Io ero compresa nella seconda categoria, finché non ho cominciato a leggere. Dopo aver finito questo primo romanzo, ho cominciato a leggere il libro di Murakami più famoso: Norvegian wood. E non contenta ho poi letto anche L'incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio. Questa recensione sarà tripla, in quanto tutti e tre questi romanzi condividono molte caratteristiche.
Essere figlio unico o incolore in Giappone
La prima caratteristica che mi ha colpito di questo autore è la possibilità di conoscere la cultura giapponese. All'inizio di A sud del confine a ovest del Sole il protagonista inizia a parlare subito di sé, della sua diversità in quanto è figlio unico (cosa rara in Giappone) e della sua solitudine. Una situazione simile vive Tazaki Tsukuru, il protagonista del terzo romanzo. Anche Tazaki si sente solo, fragile e diverso.
La vita è come uno spartito complesso. Piena di semicrome e biscrome, di segni strani, di annotazioni dal significato oscuro. Decifrarla è un’impresa ardua, e anche a saperla leggere correttamente, anche a saperla trasformare nella musica più bella, non è detto che poi la gente la capisca e l’apprezzi nel suo giusto valore.
- H. Murakami, L'incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio
La diversità dei protagonisti di Murakami a volte nasce quindi da aspetti banali, ma estremamente importanti. A mostrare quanto la nostra psiche sia complicata, a volte un singolo evento o una singola persona crea scompiglio in una vita intera. Nel caso di Tazaki, è l'unico della sua comitiva di amici che non contiene un colore nel nome. Altro aspetto affascinante e indicativo della cultura giapponese, è infatti la presenza di un nomen loquens. Infatti, i nomi spesso rappresentano una caratterizzazione o un colore: sia in Norvegian Wood che in L'incolore Tazaki è presente una donna che si chiama Midori, che in giapponese vuol dire verde.
La cultura giapponese è quindi caratterizzata è definita anche in queste piccole cose, oltre che nelle ambientazioni (ormai è come se a Nagoya io ci sia stata), nella descrizione delle tradizioni, dei costumi e dell'economia. Ne L'incolore Tazaki, non a caso vengono presentate con dovizia di particolari le occupazioni dei vari protagonisti. La divagazione, ad esempio, sulla Toyota e sulle fabbriche in generale è molto interessante, ma mai noiosa.
La nostra memoria e le nostre sensazioni sono troppo incerte e unilaterali e quindi, per provare veridicità di alcuni fatti, ci basiamo su una "certa realtà". Ma quella che per noi è la realtà, fino a che punto lo è davvero e fino a che punto è quella che noi percepiamo come tale? Spesso è addirittura impossibile distinguere tra le due.
- Murakami, A sud del confine a ovest del Sole
La fragilità e il finale sospeso
A unire il cuore delle persone non è soltanto la sintonia dei sentimenti. I cuori delle persone vengono uniti ancora piú intimamente dalle ferite. Sofferenza con sofferenza. Fragilità con fragilità.- H. Murakami, L'incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio
Norvegian Wood è acclamato dalla critica come romanzo di crescita personale. In realtà tutti i romanzi che ho letto finora, mostrano dei personaggi in crisi o fragili. La psicologia di questi personaggi è definita benissimo non solo nella loro solitudine, ma nel loro rapporto con gli altri.
Nessuno di loro risolve mai completamente il proprio dramma, ma alla fine il messaggio è sempre di speranza. È possibile attraversare la tempesta e sfuggirne. Si dice in Norvegian Wood:
"Eravamo vivi, e l'unica cosa a cui dovevamo pensare era continuare a vivere".Il pregio principale di Murakami è che nessun protagonista si vergogna di mostrare la sua fragilità né a se stesso né agli altri, ma ne è consapevole e la ritiene un aspetto normale della vita.
Non vi è da parte di nessun ascoltatore del protagonista o sua stessa una forma di sorpresa o spavento. Ogni aspetto difficile della vita viene trattato con maturità e delicatezza. Lo scopo di questi tre romanzi è mostrare al lettore come sia anzi giusto soffrire, ma anche cercare di crescere dalla sofferenza.
Murakami sulla spiaggia ovvero leggere Murakami in spiaggia, non risulta pesante o noioso, ma in realtà mostra come siamo e, forse, cosa dobbiamo essere. E il finale è sospeso perché la vita è imprevedibile, come il mare a riva del quale ho letto questi romanzi.
Per quanto una situazione possa sembrare disperata, c'è sempre una possibilità di soluzione. Quando tutto attorno è buio non c'è altro da fare che aspettare tranquilli che gli occhi si abituino all'oscurità.
- H. Murakami, Norvegian Wood
Silvia Argento ©
Leggendo questo articolo mi sono incuriosita ancora di piú riguardo le opere di Murakami. Finiranno in wishlist!
RispondiEliminaGrazie mille! Inizia da "A sud del confine, a ovest del Sole".
Elimina📖❤️