Notre Dame De Paris, Acireale 17/11/2016
Ho deciso, visto che non postavo da un po', di trascrivere sul blog il mio resoconto di Notre Dame De Paris pubblicato in una pagina che gestisco.
Vedere Notre Dame De Paris è sempre una grande emozione, unica e irripetibile anche se lo si vede più volte. L’ho capito quest’Estate quando ad Agrigento l’ho visto per due giorni consecutivi: il 30 e il 31 Luglio. Il cast era identico, sempre il primo, tranne per la presenza di Del Vecchio nel primo al posto di Giò, mentre il 31 Giò era presente ma mancava Lola, sostituita dalla Ferrari. Si trattava del periodo in cui Di Minno era sostituito a tempo pieno da Campani, quindi fu lui il Clopin (un meraviglioso Clopin, che non smetterò mai di dire, emoziona come pochi artisti in tutta l mia vita hanno fatto, in generale). Eppure sono state due serate completamente diverse come emozioni, perché non è mai uguale, dà sempre qualcosa in più, scopri sempre qualcosa di nuovo.
Alla terza volta che lo vedevo quest’anno (di quattro in totale, con il 10 Agosto 2009), il 17 Novembre appunto, ad Acireale, però alcune differenze già mi erano note, soprattutto il fatto che per la prima volta lo vedevo al chiuso, anche se non avevo riflettuto molto sull’influenza che avrebbe avuto. Ed è da questo che inizio. Notre Dame al chiuso per me è stato veramente meglio. Mi sono sentita più dentro la storia, percepivo meglio i cambiamenti di luce (ho avuto i brividi quando, durante Condannati, ad un certo punto le luci da bianche diventano rosse) e le scenografie, mi sentivo più dentro la storia. E considerato che già di per sé l’opera ha il grandissimo pregio di essere capace di portarti nel 1482 già da quella nota iniziale che tutti conosciamo, direi che la cosa ha amplificato tutto. Un’altra differenza è stata il fatto di aver visto l’opera non con l’accompagnatore standard, che si subisce Notre Dame per farti un favore, ma con un gruppo di amici, che hanno deciso, chi per passione (uno di loro voleva truccarsi da Gringoire e si è portato il binocolo per vedere il più possibile le espressioni degli artisti), chi per curiosità non avendo mai visto lo spettacolo, di fare un viaggio da Palermo ad Acireale, di fermarsi la notte pagando un B&B, per condividere insieme quest’esperienza. È una cosa bellissima, che unisce le persone, Notre Dame fa anche questo.
Ma basta premesse, andiamo al cast. Si trattava dell’intero primo cast, salvo Lola. Onestamente ero una delle poche che sperava di vedere il secondo, specie per alcuni elementi, ma sono rimasta ugualmente contenta anche perché Di Minno non lo avevo mai visto e Giò non lo avevo apprezzato a pieno il 31 Luglio essendo lontanissima.
Fiordaliso: TANIA TUCCINARDI
Tania in sé vocalmente mi piace moltissimo e anche come interpretazione inizialmente, come “viso” è molto Fiordaliso, sembrerà strano ma me la “ispira”. Il problema è che finché si tratta del primo atto, con La fede di diamanti o Bello come il Sole, è veramente perfetta. Dolce, innamorata, delicata, fine, nobile. Tuttavia già quando in Bella doveva girarsi con disappunto per quanto le dice Febo, notavo una certa mancanza di intensità, che comunque si può tranquillamente tralasciare fino anche a Io ritorno a te, ma con La cavalcatura invece, trovo essenziale. La rabbia, la grinta, il cambiamento di una donna che mostra tutta se stessa, insomma, ciò che il testo dice va sentito e interpretato in ogni caso, sia quando dice “Con la parola puoi chiamarmi ai baci tuoi”, sia quando dice “E strappa via la mia cintura”. È molto leggiadra e di classe, del resto è una splendida donna, ma le manca questa grinta.
Clopin: LEONARDO DI MINNO
Vocalmente è stato il più preciso della serata, non ha sbagliato praticamente nulla tanto che mi veniva il dubbio fosse in playback (e non lo era, è solo veramente bravissimo). Tuttavia, come Clopin ho subito notato fosse un po’ statico e inespressivo. Già ne I clandestini i movimenti erano pochi e poco azzeccati, forse dovrei evitare il confronto con Campani per il semplice fatto che davvero, mi è piaciuto troppo, tuttavia l’ho visto due volte di fila e posso giudicare bene solo e lui e Cristian Mini, che per esempio si muoveva continuamente, ma portava un Clopin un po’ più ironico e provocatorio. Anche Campani era sempre in movimento, sempre con la massima consapevolezza dell’intenzione del personaggio e sapeva sempre quel che diceva, ti faceva vedere che lo sapeva, attraverso i suoi occhi vedevi il dramma dell’escluso, lo comprendevi, lo capivi, Campani cura moltissimo l’interpretazione. Penso che essa sia fondamentale per questo personaggio forse più che per altri, perché Clopin non riporta solamente la sua storia, porta un messaggio fondamentale che sente profondamente e che deve farti sentire. Per questo avrei voluto, per esempio, che mentre diceva “Come fare un mondo dove non c’è più l’escluso?” oltre al perfetto falsetto in “l’escluso” che mi è piaciuto tantissimo, mostrasse anche col corpo e con la faccia quanto ci credesse in ciò che diceva. Ma comunque voto positivo e quoto la uppo, in Lei dov’è è stato veramente bravo.
Febo: GRAZIANO GALATONE
L’unica “pecca” di Graziano, a mio dire, è l’età. È un uomo bellissimo ed affascinante, quindi con le giuste caratteristiche per Febo, ma dovrebbe essere più giovane, ovviamente questa non è “colpa sua”, specie se consideriamo che torna ad interpretare il suo ruolo storico dopo altre esperienze che ha portato avanti con grande talento. E il talento a Graziano non manca, vocalmente molto preciso, affascinante, tormentato, emozionante. Febo non è un personaggio che apprezzo, ma è stato reso sempre benissimo da Graziano tutte le tre volte che l'ho visto.
Gringoire: MATTEO SETTI
Quando lo vidi nel 2009 ne ero completamente innamorata, vivendolo come un vero e proprio idolo essendo una ragazzina (e alle ragazzine è concesso, il problema si pone, scusate la piccola polemica, quando grandi e vaccinati non hanno la maturità di comprendere la differenza fra Gringoire personaggio e Matteo interprete del personaggio), ma vederlo dal vivo fu una delusione. Era impreciso, troppo nasale e voleva strafare. In questo tour vedo invece un Setti più Gringoire e meno Matteo, questa volta in particolare vocalmente è stato veramente preciso. Come interpretazione un narratore stupendo, purtroppo il pubblico non era molto composto e le ragazzine gridavano sempre quando cantava disturbandolo molto, ma ha tenuto duro, quindi una menzione speciale gli va fatta per questo. E vorrei dirvi: quando mentre l’artista che amate sta cantando, non ad un suo concerto ma interpretando un personaggio, se gli gridate a squarcia gola cose random oppure “SEI BRAVISSIMOOOO” anche proprio durante l’acuto, lui si sentirà solo disturbato, non appagato, perché gli state impedendo di fare il suo lavoro. Perché non godersi la suddetta bravura e solo dopo fargli i dovuti complimenti, magari se riusciter a incontrarlo? È questione di rispetto, non siamo ad un concerto rock.
Frollo: VITTORIO MATTEUCCI
Rispetto a Luglio un Frollo più energico, carico e deciso. A tratti anche di un’ironia perversa, specie in Maestro e Salvatore, mi è piaciuto moltissimo. Secondo me il fatto di essersi esibiti al chiuso ha favorito la riuscita dell’esibizione, perché a Luglio Vittorio era un po’ stanco secondo me a causa dell’umidità. In Un prete innamorato è stato sublime, purtroppo siamo stati distratti dal fatto che una ragazza si sia sentita male e ovviamente eravamo preoccupati e non guardavamo il palco ma dietro di noi, essendo lei in tribuna. E anche per lui veramente complimenti per essere riuscito a mantenere la concentrazione nonostante le luci lampeggianti che facevano segno dalla tribuna. Non ho altro da dire, semplicemente perfetto.
(Spero che la ragazza non abbia avuto nulla di grave, ovviamente).
Quasimodo: GIO’ DI TONNO
Per me è stato il migliore della serata. Vocalmente precisissimo e laddove raramente non lo fosse, compensava con un’intensità espressiva meravigliosa. L’interpretazione sublime, mi ha fatto piangere a dirotto durante Il trovatello, per non dire in Balla mia Esmeralda, ma quello ci sta, ha un testo nato per questo. Dio ma quant’è ingiusto il mondo mi è piaciuta molto anche se è stata un po’ monotona per il fatto che raramente si concedeva di alzare un po’ le note, si manteneva molto basso rendendo la voce sempre più rauca, tuttavia grazie all’espressività dava quasi la sensazione di una lamentela silenziosa, ingenua, nell’ombra, come Quasimodo. Aggiungo che lo ringrazio perché come per I Promessi Sposi Opera Moderna, dopo il reprise mi ha riconosciuto e salutato dal palco. Giò è sempre un signore.
Esmeralda: ALESSANDRA FERRARI
Su Alessandra avevo molte perplessità, quando l’ho vista a Luglio non mi era piaciuta. Stavolta l’ho trovata migliorata. Intanto aveva i capelli mossi che secondo me l’hanno resa più “sbarazzina” e adatta al ruolo, come movimenti era perfetta, tuttavia lasciava spazio all’ingenuità e meno alla femminilità. Vocalmente secondo me lei è fantastica, ma tende a strafare. Non essendo appunto un concerto, anche se uno è in grado di fare acuti fortissimi, deve farli quando e se ci stanno col contesto della frase, della canzone stessa. Sempre sempre non va bene, in certe occasioni la vorrei più trattenuta e per esempio ne L’attacco a Notre Dame mi è piaciuta molto perché non ha strafatto. Ho adorato la sua Zingara per i movimenti praticamente perfetti.
Concludo dicendo una piccola cosa che mi ha dato fastidio. Io ed i miei amici, pur avendo tutti delle ovvie preferenze (cosa sacrosanta!), mentre eravamo in fila parlavamo solo dello SPETTACOLO. Spiegavamo a chi di noi non lo aveva mai visto neanche in DVD o solamente mai dal vivo perché emoziona così tanto, perché avevamo preso due autobus per raggiungerlo, pagato un B&B, nonostante alcuni di noi l’avessero già visto una, due o tre volte nel mio caso. Invece attorno a me vedevo solo gente chiedere:”Ma c’è tizio?”, “Ma c’è caio?” e quando si è sparsa la voce che non ci fosse Lola, ad alcuni che ancora non avevano preso il biglietto, ho sentito dire “Mah, meglio che ce ne andiamo”. Nel caso specifico, io adoro Lola, ma… scherziamo? Notre Dame è uno spettacolo troppo valido per necessitare la presenza obbligata di qualsiasi artista, a mio dire. È meraviglioso, è un’emozione incredibile, che nessuno deve perdere o farsi rovinare per un pregiudizio, perché si tratta di questo a volte, si parte prevenuti che tizio non ci piacerà perché non era nel DVD e lo dico perché sono stata contenta di notare all’uscita gente che addirittura si ricredeva, dicendo che preferiva Alessandra a Lola o Di Minno a Guerzoni (e a proposito, ancora la gente non ha capito che non è mai tornato proprio nel tour, vabbè ahah) e tutti erano d’accordo nel dire che le emozioni c’erano state, e tante.
Vorrei ringraziare chi ha diviso con me questa bellissima esperienza e sempre grazie a quest’opera, che ormai mi accompagna dal 2008 e che non mi lascerà mai.
Vedere Notre Dame De Paris è sempre una grande emozione, unica e irripetibile anche se lo si vede più volte. L’ho capito quest’Estate quando ad Agrigento l’ho visto per due giorni consecutivi: il 30 e il 31 Luglio. Il cast era identico, sempre il primo, tranne per la presenza di Del Vecchio nel primo al posto di Giò, mentre il 31 Giò era presente ma mancava Lola, sostituita dalla Ferrari. Si trattava del periodo in cui Di Minno era sostituito a tempo pieno da Campani, quindi fu lui il Clopin (un meraviglioso Clopin, che non smetterò mai di dire, emoziona come pochi artisti in tutta l mia vita hanno fatto, in generale). Eppure sono state due serate completamente diverse come emozioni, perché non è mai uguale, dà sempre qualcosa in più, scopri sempre qualcosa di nuovo.
Alla terza volta che lo vedevo quest’anno (di quattro in totale, con il 10 Agosto 2009), il 17 Novembre appunto, ad Acireale, però alcune differenze già mi erano note, soprattutto il fatto che per la prima volta lo vedevo al chiuso, anche se non avevo riflettuto molto sull’influenza che avrebbe avuto. Ed è da questo che inizio. Notre Dame al chiuso per me è stato veramente meglio. Mi sono sentita più dentro la storia, percepivo meglio i cambiamenti di luce (ho avuto i brividi quando, durante Condannati, ad un certo punto le luci da bianche diventano rosse) e le scenografie, mi sentivo più dentro la storia. E considerato che già di per sé l’opera ha il grandissimo pregio di essere capace di portarti nel 1482 già da quella nota iniziale che tutti conosciamo, direi che la cosa ha amplificato tutto. Un’altra differenza è stata il fatto di aver visto l’opera non con l’accompagnatore standard, che si subisce Notre Dame per farti un favore, ma con un gruppo di amici, che hanno deciso, chi per passione (uno di loro voleva truccarsi da Gringoire e si è portato il binocolo per vedere il più possibile le espressioni degli artisti), chi per curiosità non avendo mai visto lo spettacolo, di fare un viaggio da Palermo ad Acireale, di fermarsi la notte pagando un B&B, per condividere insieme quest’esperienza. È una cosa bellissima, che unisce le persone, Notre Dame fa anche questo.
Ma basta premesse, andiamo al cast. Si trattava dell’intero primo cast, salvo Lola. Onestamente ero una delle poche che sperava di vedere il secondo, specie per alcuni elementi, ma sono rimasta ugualmente contenta anche perché Di Minno non lo avevo mai visto e Giò non lo avevo apprezzato a pieno il 31 Luglio essendo lontanissima.
Fiordaliso: TANIA TUCCINARDI
Tania in sé vocalmente mi piace moltissimo e anche come interpretazione inizialmente, come “viso” è molto Fiordaliso, sembrerà strano ma me la “ispira”. Il problema è che finché si tratta del primo atto, con La fede di diamanti o Bello come il Sole, è veramente perfetta. Dolce, innamorata, delicata, fine, nobile. Tuttavia già quando in Bella doveva girarsi con disappunto per quanto le dice Febo, notavo una certa mancanza di intensità, che comunque si può tranquillamente tralasciare fino anche a Io ritorno a te, ma con La cavalcatura invece, trovo essenziale. La rabbia, la grinta, il cambiamento di una donna che mostra tutta se stessa, insomma, ciò che il testo dice va sentito e interpretato in ogni caso, sia quando dice “Con la parola puoi chiamarmi ai baci tuoi”, sia quando dice “E strappa via la mia cintura”. È molto leggiadra e di classe, del resto è una splendida donna, ma le manca questa grinta.
Clopin: LEONARDO DI MINNO
Vocalmente è stato il più preciso della serata, non ha sbagliato praticamente nulla tanto che mi veniva il dubbio fosse in playback (e non lo era, è solo veramente bravissimo). Tuttavia, come Clopin ho subito notato fosse un po’ statico e inespressivo. Già ne I clandestini i movimenti erano pochi e poco azzeccati, forse dovrei evitare il confronto con Campani per il semplice fatto che davvero, mi è piaciuto troppo, tuttavia l’ho visto due volte di fila e posso giudicare bene solo e lui e Cristian Mini, che per esempio si muoveva continuamente, ma portava un Clopin un po’ più ironico e provocatorio. Anche Campani era sempre in movimento, sempre con la massima consapevolezza dell’intenzione del personaggio e sapeva sempre quel che diceva, ti faceva vedere che lo sapeva, attraverso i suoi occhi vedevi il dramma dell’escluso, lo comprendevi, lo capivi, Campani cura moltissimo l’interpretazione. Penso che essa sia fondamentale per questo personaggio forse più che per altri, perché Clopin non riporta solamente la sua storia, porta un messaggio fondamentale che sente profondamente e che deve farti sentire. Per questo avrei voluto, per esempio, che mentre diceva “Come fare un mondo dove non c’è più l’escluso?” oltre al perfetto falsetto in “l’escluso” che mi è piaciuto tantissimo, mostrasse anche col corpo e con la faccia quanto ci credesse in ciò che diceva. Ma comunque voto positivo e quoto la uppo, in Lei dov’è è stato veramente bravo.
Febo: GRAZIANO GALATONE
L’unica “pecca” di Graziano, a mio dire, è l’età. È un uomo bellissimo ed affascinante, quindi con le giuste caratteristiche per Febo, ma dovrebbe essere più giovane, ovviamente questa non è “colpa sua”, specie se consideriamo che torna ad interpretare il suo ruolo storico dopo altre esperienze che ha portato avanti con grande talento. E il talento a Graziano non manca, vocalmente molto preciso, affascinante, tormentato, emozionante. Febo non è un personaggio che apprezzo, ma è stato reso sempre benissimo da Graziano tutte le tre volte che l'ho visto.
Gringoire: MATTEO SETTI
Quando lo vidi nel 2009 ne ero completamente innamorata, vivendolo come un vero e proprio idolo essendo una ragazzina (e alle ragazzine è concesso, il problema si pone, scusate la piccola polemica, quando grandi e vaccinati non hanno la maturità di comprendere la differenza fra Gringoire personaggio e Matteo interprete del personaggio), ma vederlo dal vivo fu una delusione. Era impreciso, troppo nasale e voleva strafare. In questo tour vedo invece un Setti più Gringoire e meno Matteo, questa volta in particolare vocalmente è stato veramente preciso. Come interpretazione un narratore stupendo, purtroppo il pubblico non era molto composto e le ragazzine gridavano sempre quando cantava disturbandolo molto, ma ha tenuto duro, quindi una menzione speciale gli va fatta per questo. E vorrei dirvi: quando mentre l’artista che amate sta cantando, non ad un suo concerto ma interpretando un personaggio, se gli gridate a squarcia gola cose random oppure “SEI BRAVISSIMOOOO” anche proprio durante l’acuto, lui si sentirà solo disturbato, non appagato, perché gli state impedendo di fare il suo lavoro. Perché non godersi la suddetta bravura e solo dopo fargli i dovuti complimenti, magari se riusciter a incontrarlo? È questione di rispetto, non siamo ad un concerto rock.
Frollo: VITTORIO MATTEUCCI
Rispetto a Luglio un Frollo più energico, carico e deciso. A tratti anche di un’ironia perversa, specie in Maestro e Salvatore, mi è piaciuto moltissimo. Secondo me il fatto di essersi esibiti al chiuso ha favorito la riuscita dell’esibizione, perché a Luglio Vittorio era un po’ stanco secondo me a causa dell’umidità. In Un prete innamorato è stato sublime, purtroppo siamo stati distratti dal fatto che una ragazza si sia sentita male e ovviamente eravamo preoccupati e non guardavamo il palco ma dietro di noi, essendo lei in tribuna. E anche per lui veramente complimenti per essere riuscito a mantenere la concentrazione nonostante le luci lampeggianti che facevano segno dalla tribuna. Non ho altro da dire, semplicemente perfetto.
(Spero che la ragazza non abbia avuto nulla di grave, ovviamente).
Quasimodo: GIO’ DI TONNO
Per me è stato il migliore della serata. Vocalmente precisissimo e laddove raramente non lo fosse, compensava con un’intensità espressiva meravigliosa. L’interpretazione sublime, mi ha fatto piangere a dirotto durante Il trovatello, per non dire in Balla mia Esmeralda, ma quello ci sta, ha un testo nato per questo. Dio ma quant’è ingiusto il mondo mi è piaciuta molto anche se è stata un po’ monotona per il fatto che raramente si concedeva di alzare un po’ le note, si manteneva molto basso rendendo la voce sempre più rauca, tuttavia grazie all’espressività dava quasi la sensazione di una lamentela silenziosa, ingenua, nell’ombra, come Quasimodo. Aggiungo che lo ringrazio perché come per I Promessi Sposi Opera Moderna, dopo il reprise mi ha riconosciuto e salutato dal palco. Giò è sempre un signore.
Esmeralda: ALESSANDRA FERRARI
Su Alessandra avevo molte perplessità, quando l’ho vista a Luglio non mi era piaciuta. Stavolta l’ho trovata migliorata. Intanto aveva i capelli mossi che secondo me l’hanno resa più “sbarazzina” e adatta al ruolo, come movimenti era perfetta, tuttavia lasciava spazio all’ingenuità e meno alla femminilità. Vocalmente secondo me lei è fantastica, ma tende a strafare. Non essendo appunto un concerto, anche se uno è in grado di fare acuti fortissimi, deve farli quando e se ci stanno col contesto della frase, della canzone stessa. Sempre sempre non va bene, in certe occasioni la vorrei più trattenuta e per esempio ne L’attacco a Notre Dame mi è piaciuta molto perché non ha strafatto. Ho adorato la sua Zingara per i movimenti praticamente perfetti.
Concludo dicendo una piccola cosa che mi ha dato fastidio. Io ed i miei amici, pur avendo tutti delle ovvie preferenze (cosa sacrosanta!), mentre eravamo in fila parlavamo solo dello SPETTACOLO. Spiegavamo a chi di noi non lo aveva mai visto neanche in DVD o solamente mai dal vivo perché emoziona così tanto, perché avevamo preso due autobus per raggiungerlo, pagato un B&B, nonostante alcuni di noi l’avessero già visto una, due o tre volte nel mio caso. Invece attorno a me vedevo solo gente chiedere:”Ma c’è tizio?”, “Ma c’è caio?” e quando si è sparsa la voce che non ci fosse Lola, ad alcuni che ancora non avevano preso il biglietto, ho sentito dire “Mah, meglio che ce ne andiamo”. Nel caso specifico, io adoro Lola, ma… scherziamo? Notre Dame è uno spettacolo troppo valido per necessitare la presenza obbligata di qualsiasi artista, a mio dire. È meraviglioso, è un’emozione incredibile, che nessuno deve perdere o farsi rovinare per un pregiudizio, perché si tratta di questo a volte, si parte prevenuti che tizio non ci piacerà perché non era nel DVD e lo dico perché sono stata contenta di notare all’uscita gente che addirittura si ricredeva, dicendo che preferiva Alessandra a Lola o Di Minno a Guerzoni (e a proposito, ancora la gente non ha capito che non è mai tornato proprio nel tour, vabbè ahah) e tutti erano d’accordo nel dire che le emozioni c’erano state, e tante.
Vorrei ringraziare chi ha diviso con me questa bellissima esperienza e sempre grazie a quest’opera, che ormai mi accompagna dal 2008 e che non mi lascerà mai.
Commenti
Posta un commento